La balneazione in Toscana

In vista della stagione balneare 2019, che inizierà il 1° maggio e terminerà a fine settembre, a partire da aprile Arpa Toscana effettua i campionamenti preliminari per il monitoraggio delle acque di balneazione.

Nel report “Il controllo delle acque di balneazione – Stagione 2018”, come ogni anno è stata valutata la balneabilità dei litorali e delle acque interne della Toscana.

Per quanto riguarda la classificazione delle aree di balneazione, il 97% di queste si è mantenuta a un livello “eccellente”, con un incremento di circa il 4% delle aree “eccellenti” rispetto al 2016, il passaggio di 12 aree (Scoglio Rocchette, Sud Est Gora, Pineta del Tombolo, Loc. La Tagliata – Torre Puccini, Golfo del Procchio, Poggio al Mulino, Salivoli, Torre Nuova Est, Fiumetto Nord, Cinquale Ovest, Cinquale Est e Lago Braccini) da “buone” a “eccellenti”, solamente 1 area (Rio Felciaio, Livorno) che è rimasta “sufficiente” e nessuna che risulta “scarsa”.

Nell’immagine sopra le aree di balneazione con classe di qualità 2018 diversa da “eccellente” o con variazione avvenuta rispetto all’anno precedente.

Nonostante si possa complessivamente concludere che la stagione balneare 2018 sia stata caratterizzata da una qualità delle acque elevata, i casi di non conformità sono nettamente aumentati, con più del doppio dei km di costa interessati da contaminazione rispetto all’anno precedente, circa il 3% di campioni fuori dai limiti e 13 casi (25%) di concentrazioni microbiche superiori al doppio dei limiti normativi (Escherichia coli > 1’000 MPN/100 mL e/o Enterococchi intestinali > 400 MPN/100 mL; nel 2017 e nel 2016 i casi di inquinamento oltre al limite sono stati rispettivamente il 21% e il 55%)

Nell’immagine sopra classe di qualità delle acque di balneazione nelle province toscane nel 2017 e nel 2018, espressa come numero di aree balneabili.

La giustificazione di questi episodi di inquinamento delle acque è da ricondursi alle condizioni meteorologiche, molto instabili rispetto agli anni precedenti, con precipitazioni abbondanti che hanno favorito l’apporto di carichi inquinanti dai corsi d’acqua al mare, unitamente a criticità relative ai sistemi di trattamento e collettamento delle acque reflue, allo stato delle condotte fognarie e degli impianti di sollevamento, all’assenza di fognature o allacciamenti ai depuratori in alcune zone e a situazioni di abusivismo, scarichi non autorizzati, assenza di trattamenti primari e commistione tra acque nere e bianche. Per questi motivi, sono stati applicati i divieti temporanei di balneazione in Versilia (Camaiore, Pietrasanta, Viareggio), nel litorale livornese (Castagneto Carducci, Livorno, Rosignano Marittimo, San Vincenzo), maremmano (Follonica, Grosseto e Orbetello) e all’Isola d’Elba (Marciana e Marciana Marittima).

Nella tabella sopra vengono riportate le percentuali di casi di non conformità rispetto al totale dei campioni prelevati nelle zone di divieto permanente nel 2018. In rosso sono evidenziati i casi peggiori, in verde i casi più virtuosi.

Inoltre, nel 2018 sono stati ricontrollati gli 11 divieti di balneazione permanenti per motivi igienico-sanitari: nel 38% dei campioni analizzati i valori erano al di fuori dei limiti normativi, con concentrazioni da 2 a 10 volte superiori ai limiti nel 44% dei casi. Le situazioni peggiori si riscontrano nel caso della foce del Torrente Magliano (Massa) con il 100% dei prelievi non conformi, della Fossa Maestra (Carrara) e della foce del Torrente Brugiano (Massa). Nella Gora delle Ferriere (Follonica) le acque sono risultate contaminate in 2/3 dei controlli (67%).

Come nel 2017, molte zone hanno avuto 1 solo episodio di inquinamento e la foce del Torrente Versilia (Montignoso) e del Canale Solmine (Follonica) si sono distinte per non aver mai evidenziato alcun caso di inquinamento. In generale, si conferma uno scarso o assente inquinamento batteriologico per tutto il torrente Versilia, per il Canale Solmine e anche per il fiume Morto, ma nonostante ciò non si può ancora assegnare a nessuno di questi una classificazione superiore a “scarsa”.

Infine, dai monitoraggi risulta che da alcuni anni non si hanno fioriture importanti di Ostreopsis ovata. Tali fioriture suscitano spesso preoccupazioni poiché questa microalga, come alcune altre specie fitoplanctoniche, ha la potenzialità di produrre sostanze ad effetto tossico, costituendo un pericolo per la fauna marina e anche per l’uomo; infatti, se la proliferazione avviene in zone a scarso ricambio delle acque, le tossine possono venire a contatto con i bagnanti tramite aerosol marino. A partire dal primo episodio di fioritura tossica nelle acque toscane, verificatosi nell’estate del 1998, ARPAT continua a monitorare le concentrazioni di O. ovata campionando costantemente le acque.

Come negli ultimi anni, anche nel 2018 non ci sono state vere fioriture di O. ovata, ad eccezione di piccoli aumenti di concentrazione in un punto a Pisa (OST-PI1, che anche nel 2017 aveva superato le concentrazioni limite) e uno Massa (OST-MS3) durante il periodo estivo, che non hanno però raggiunto livelli tali da determinare lo stato di allerta. In generale comunque le concentrazioni si sono mantenute sempre molto basse lungo tutto il litorale apuano, pisano e livornese. 

Per chi vuole approfondire:

  • due video nei quali si illustra la filiera del controllo delle acque di balneazione, dall’effettuazione dei campionamenti alle analisi di laboratorio, fino alle comunicazioni alle autorità e all’informazione al pubblico.
Le attività di monitoraggio delle acque costiere nel periodo estivo a tutela della salute dei bagnanti.
Le analisi di laboratorio e la comunicazione dei risultati alle autorità competenti.

Testo di Elena Fumagalli

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