Pianura lombarda: il PM10 secondario inorganico, principale componente del particolato

Le concentrazioni di particolato rilevate dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria lombarde della pianura padana sono spesso, soprattutto nel periodo invernale, tra le più alte d’Italia, con valori relativamente elevati anche nelle stazioni rurali, lontano da fonti di emissione dirette.

Per poter meglio indirizzare le azioni di risanamento, ARPA Lombardia, su richiesta di Regione Lombardia, ha attivato un piano di monitoraggio della composizione del particolato, che prevede – tra l’altro – la misura dei principali ioni, tra cui ammonio, nitrato e solfato, del carbonio organico ed elementare, del levoglucosano, quale tracciante della combustione da biomassa, e di alcuni elementi, dall’alluminio al piombo.

Tutte le misure effettuate in siti di pianura, sia di tipo rurale che urbano, anche da traffico, evidenziano il contributo alla massa totale del particolato della componente secondaria inorganica, essenzialmente solfato e – soprattutto – nitrato di ammonio. Tale contributo è particolarmente rilevante durante la stagione fredda, da ottobre a marzo, e raggiunge i suoi massimi, sia assoluti (in termini di concentrazione) che relativi, rispetto al totale della massa di PM10 e PM2,5, durante gli episodi acuti.

I risultati dello studio effettuato da Arpa Lombardia sono presentati in un articolo pubblicato nell Rapporto Ambiente Snpa edizione 2018.

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