Inquinamento atmosferico: dalla Corte dei Conti Europea raccomandazioni per una migliore tutela dei cittadini

Secondo quanto affermato dalla Corte dei conti europea in una relazione speciale pubblicata nel settembre 2018, le azioni dell’Unione Europea (UE) volte a proteggere la salute umana dall’inquinamento atmosferico non hanno prodotto l’impatto atteso.

Ogni anno, l’inquinamento atmosferico provoca nell’UE circa 400 000 decessi prematuri e comporta diseconomie legate alla salute per centinaia di miliardi di euro. Tuttavia, avverte la Corte, questi considerevoli costi umani ed economici non si sono ancora tradotti in un intervento adeguato nell’intera UE.

Gli inquinanti atmosferici responsabili della maggior parte di tali decessi prematuri sono il particolato, il biossido di azoto e l’ozono troposferico; le persone nelle zone urbane sono particolarmente esposte a tale rischio.

La direttiva sulla qualità dell’aria ambiente, adottata nel 2008 (Direttiva 2008/50/CE), costituisce il fulcro della politica dell’UE in materia di aria pulita, poiché definisce le concentrazioni limite di inquinanti nell’aria.

La Corte ha esaminato l’impianto della direttiva e valutato se gli Stati membri vi abbiano dato efficace attuazione e le modalità con cui la Commissione ha monitorato e promosso il rispetto della direttiva. Inoltre, ha valutato se la qualità dell’aria sia stata adeguatamente considerata in altre politiche dell’UE e opportunamente sostenuta dai fondi dell’UE e se i cittadini siano stati informati in modo adeguato sui temi relativi alla qualità dell’aria.

Gli standard sulla qualità dell’aria applicati dall’UE sono stati definiti quasi venti anni fa e la Corte ha evidenziato che alcuni sono molto meno severi rispetto alle linee-guida dell’Organizzazione mondiale della sanità e ai livelli suggeriti dai più recenti riscontri scientifici. Alcune di queste norme sono molto meno rigide rispetto alle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità. Inoltre, le norme consentono frequenti superamenti dei limiti e non comprendono norme per il PM2,5 nel breve periodo, un inquinante atmosferico molto nocivo. Gli operatori sanitari sono a favore di norme più severe nell’UE. La definizione di norme poco rigide non fornisce il giusto quadro di riferimento per tutelare la salute umana. Ne consegue che sono conformi alla normativa dell’UE alcuni luoghi dove la qualità dell’aria è insoddisfacente.

Secondo la Corte, se da un lato le emissioni di inquinanti atmosferici sono diminuite, dall’altro la maggior parte degli Stati membri non rispetta ancora le norme dell’UE in materia di qualità dell’aria e non intraprende azioni sufficientemente efficaci per migliorare la qualità dell’aria.

La Commissione europea incontra una serie di limitazioni nel monitorare la performance degli Stati membri quanto al conseguimento dei valori-obiettivo per la qualità dell’aria. Le misure di esecuzione da essa attuate fino ad ora non sono riuscite a far sì che gli Stati membri rispettassero i limiti definiti a tale riguardo dalla direttiva.

Secondo la Corte, malgrado l’azione legale intrapresa dalla Commissione contro molti Stati membri e la pronuncia di sentenze ad essa favorevoli, gli Stati membri continuano a violarli spesso.

La Corte ha constatato che i finanziamenti dell’UE per la qualità dell’aria possono fornire un sostegno utile, ma che i progetti finanziati non sempre sono sufficientemente ben mirati. Durante le visite agli Stati membri, sono stati osservati alcuni validi progetti, in particolare tra quelli sostenuti dal programma dell’UE LIFE.

L’inquinamento atmosferico costituisce un problema urgente di salute pubblica e la sensibilizzazione e l’informazione dell’opinione pubblica svolgono un ruolo fondamentale nell’affrontarlo, secondo la Corte.

Di recente, i cittadini hanno mostrato maggiore interesse per la qualità dell’aria e si sono appellati ai giudici nazionali, che in vari Stati membri si sono pronunciati a favore del diritto all’aria pulita.

Tuttavia, la Corte ha constatato che la direttiva sulla qualità dell’aria ambiente è meno esplicita nel tutelare i diritti dei cittadini all’accesso alla giustizia rispetto ad altre direttive in materia di ambiente. Le informazioni messe a disposizione dei cittadini riguardo alla qualità dell’aria erano talvolta poco chiare, a giudizio della Corte.

Per migliorare la qualità dell’aria nell’UE, la Corte raccomanda alla Commissione europea di:

  • adottare azioni più efficaci;
  • far aggiornare la direttiva sulla qualità dell’aria ambiente;
  • integrare la politica relativa alla qualità dell’aria nelle altre politiche dell’UE e di conferirle priorità;
  • sensibilizzare l’opinione pubblica e di fornire migliori informazioni ai cittadini.

Ecco in particolare la raccomandazione relativa all’aggiornamento ambizioso della direttiva QAA

La Corte raccomanda alla Commissione di elaborare la proposta da presentare al legislatore tenendo conto dei seguenti aspetti:

  • aggiornamento dei limiti e dei valori-obiettivo dell’UE (per PM, SO2 e O3), in linea con i più recenti orientamenti dell’OMS; limitazione del numero di superamenti consentiti delle concentrazioni rispetto alle norme (per PM, NO2, SO2 e O3); fissazione di un valore limite di breve periodo per il PM2,5 e soglie di allarme per il PM;
  • miglioramento dei piani per la qualità dell’aria, in particolare rendendoli orientati ai risultati e richiedendo una rendicontazione annua della loro attuazione; obbligo di un loro aggiornamento, ove necessario. Il numero di piani per la qualità dell’aria per ogni zona di qualità dell’aria dovrebbe essere limitato;
  • specificazione dei requisiti per l’ubicazione delle stazioni di misurazione industriali e da traffico, al fine di misurare meglio la massima esposizione della popolazione all’inquinamento atmosferico; definizione di un numero minimo di stazioni di misurazione per tipo (da traffico, industriali o di fondo);
  • facoltà per la Commissione stessa di richiedere punti di monitoraggio aggiuntivi, ove lo ritenga necessario per misurare meglio l’inquinamento atmosferico;
  • anticipazione della data (al momento il 30 settembre dell’anno n+1) almeno al 30 giugno n+1 per la trasmissione dei dati convalidati e imporre espressamente agli Stati membri di fornire dati aggiornati (in tempo reale);
  • introduzione di disposizioni esplicite che garantiscano ai cittadini il diritto all’accesso alla giustizia.

Data-obiettivo di attuazione: 2022.

Raccomandazione “Sensibilizzare e informare meglio i cittadini”
Perché migliori la qualità delle informazioni per i cittadini, la Corte raccomanda alla Commissione di:

  • individuare ed elencare, con l’ausilio degli operatori sanitari, le informazioni assolutamente fondamentali che la Commissione e gli Stati membri devono mettere ai disposizione dei cittadini (ivi inclusi gli impatti sulla salute e i comportamenti raccomandati);
  • aiutare gli Stati membri ad adottare le migliori prassi per comunicare con i cittadini e coinvolgerli nelle questioni concernenti la qualità dell’aria;
  • pubblicare graduatorie delle zone di qualità dell’aria con i migliori e i peggiori progressi compiuti ogni anno e condividere le migliori prassi applicate nelle località che hanno registrato i risultati più positivi;
  • sviluppare uno strumento online che consenta ai cittadini di segnalare violazioni riguardanti la qualità dell’aria e fornire riscontri alla Commissione su aspetti degli interventi adottati dagli Stati membri in materia di qualità dell’aria;
  • sostenere gli Stati membri affinché mettano a punto strumenti di facile utilizzo per consentire l’accesso del grande pubblico alle informazioni e al monitoraggio relativi alla qualità dell’aria (ad esempio app per smartphone e/o pagine dedicate sui social media);
  • di concerto con gli Stati membri, perseguire un accordo sull’armonizzazione degli indici sulla qualità dell’aria.

Data-obiettivo di attuazione: 2022.

2 pensieri su “Inquinamento atmosferico: dalla Corte dei Conti Europea raccomandazioni per una migliore tutela dei cittadini

  1. L’articolo inizia affermando:
    “Secondo quanto affermato dalla Corte dei conti europea in una relazione speciale pubblicata nel settembre 2018, le azioni dell’Unione Europea (UE) volte a proteggere la salute umana dall’inquinamento atmosferico non hanno prodotto l’impatto atteso.”
    Ed io mi chiedo se ciò non sia ANCHE dovuto al fatto che quelle azioni siano state mirate contro fonti sbagliate o considerate molto più nocive di quanto siano in realtà. Centododici pneumologi tedeschi sono infatti di questo parere riguardo agli ossidi di Azoto (NOx) ed al particolato (n.b. che hanno innescato, IN AMERICA, la criminalizzazione dei diesel)
    ( https://www.dw.com/en/nitrogen-oxide-is-it-really-that-dangerous-lung-doctors-ask/a-47202076 ) ed il Ministro dei Trasporti tedesco li appoggia ( https://www.reuters.com/article/us-germany-emissions-scheuer/german-minister-wants-eu-to-review-limit-on-toxic-diesel-particles-idUSKCN1PO32I ).

    Subito dopo, nell’articolo si afferna che “Ogni anno, l’inquinamento atmosferico provoca nell’UE circa 400 000 decessi prematuri”.

    Dato che nel 2016, ad esempio, il totale decessi in UE è stato di 5.129.982, https://www.ined.fr/en/everything_about_population/data/europe-developed-countries/population-births-deaths/, dei quali i 400.000 sarebbero il 7,79% , sarebbe interessante sapere come siano stati individuati tali decessi per quella causa, da quanti anni e se sia stato realizzato un diagramma di come varii il fenomeno nel tempo e in correlazione con la presenza dei vari inquinanti.

    Il dubbio sulla fondatezza di quel dato mi sembra legittimo perchè secondo un luminare dell’Oncologia, il prof. Umberto Veronesi, l’inquinamento sarebbe causa di cancro in meno del 4% dei casi. Secondo la sua esperienza, infatti, esso condivideva quella già bassa percentuale di “colpa” con l’attività lavorativa ( https://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2011/03/02/news/tumori_alimentazione_peggio_del_fumo-13094322/ ).

    1. L’articolo è una segnalazione di questo importante report della Corte dei Conti europea e, naturalmente, indati sono quelli presenti nel report che, a sua volta, cita studi Oms, Eea, ecc.
      La Redazione

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