Aree portuali: per una gestione sostenibile

Il 24 gennaio 2019 si è tenuto ad Ancona un seminario nazionale nel corso del quale si sono confrontati tecnici del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente di varie regioni, ed esperti di vari enti ed istituti di ricerca.

Giancarlo Marchetti, direttore generale di Arpa Marche, introducendo i lavori ha affermato che: “Il sistema portuale è stato da sempre il fulcro di attività commerciali e di comunicazioni e per questo ha avuto nel tempo un particolare valore nelle più ampie dinamiche dell’economia globale, con tratti di disomogeneità per ciò che riguarda le scelte in termini di green economy e di sostenibilità.

Giancarlo Marchetti
Giancarlo Marchetti
direttore generale Arpa Marche

Il concetto di sostenibilità, di economia circolare sono diventati sempre più rilevanti in ambito economico e attualmente non si può prescindere dal programmare attività economiche che siano compatibili con le esigenze ambientali, in un sistema di valutazione che tende a considerare in un unico quadro e per ogni intervento di logistica strutturale, la sostenibilità ambientale, la sostenibilità economica e quella sociale.

Oltre ciò è necessario sottolineare che la configurazione delle città portuali italiane vede spesso una coesistenza delle strutture dedicate a porto con le aree urbane, con evidenti problematiche di gestione dell’impatto ambientale delle stesse strutture.

Le principali fonti di pressioni generate nelle aree portuali sono:

  • traffico e movimentazione di mezzi sia in ambito marino che sulla terraferma connessi entrambi alle attività di trasporto e carico/scarico di merci e passeggeri;
  • produzione di rifiuti, intesa in senso generale: non solo produzione di rifiuti in senso stretto (come gli assimilabili agli urbani prodotti dalle navi), ma anche relativamente agli scarichi di sostanze inquinanti emessi a mare, e a terra;
  • dragaggi, i quali provocano tendenzialmente due tipi di danni: uno di natura tipicamente ambientale/naturalistico, con l’alterazione dei fondali e dell’habitat marino; uno legato alla ulteriore produzione di rifiuti, a volte anche classificati come tossici e nocivi;
  • altre attività legate al porto: cantieristica navale (costruzione e manutenzione), produzione industriale (a partire da quella della trasformazione dei prodotti della pesca) e logistica (con particolare riferimento allo stoccaggio di merci pericolose).

I potenziali impatti ambientali generati dalle attività connesse ai porti possono determinare principalmente:

  • l’inquinamento atmosferico, sia su scala globale, legato in larga parte al traffico connesso, sia in scala locale, dove alle emissioni dei mezzi di trasporto (navale e su ruote) si somma il contributo delle polveri immesse in aria dalla movimentazione di particolari tipologie di merci in transito (carbone, materiali ferrosi, materiali da costruzione) e alle quali è associata anche la generazione di cattivi odori;
  • l’inquinamento del mare, da distinguere tra impatti di superficie, dovuti principalmente agli sversamenti e alla movimentazione dei mezzi, e impatti profondi sui fondali e sull’habitat marino in genere;
  • l’uso e l’inquinamento del suolo, da intendersi nella triplice accezione di: consumo di suolo necessario per la costruzione del porto, contaminazione del suolo causata dalle attività portuali di terra e impatto negativo sul paesaggio;
  • l’inquinamento acustico, generato da tutte le attività portuali, sia di mare che di terra, e dalle attività di trasporto connesse alla presenza del porto;
  • gli incidenti, da intendere sia come collisioni tra mezzi navali (e più in generale di tutti i mezzi di trasporto legati al porto), sia come incidenti ambientali (sversamenti a mare e a terra di sostanze inquinanti) che come eventi gravi associati allo stoccaggio di merci pericolose.

Si tratta quindi di un sistema complesso.

Tutte le Agenzie Ambientali sono Enti che, come altri, incontrano tutti i giorni, nella quotidianità del loro operato, problemi complessi e i problemi complessi hanno bisogno, necessitano, di conoscenza per essere affrontati e risolti in maniera adeguata.

Arpa Marche è, così come le altre Agenzie Ambientali italiane, uno strumento delle istituzioni e del territorio e deve essere capace di intervenire su problemi complessi come quello in questione, ed essere garante al fianco delle Istituzioni, dei Cittadini, delle Imprese e dei Corpi dello Stato affinchè siano tutelati beni comuni di interesse generale come l’ambiente, a difesa della Salute.

Le donne e gli uomini di Arpa Marche lavorano quotidianamente e convintamente per raggiungere questo obiettivo imprescindibile. Sono grato per il loro impegno.

Mettere quindi a confronto attività tecniche eseguite da varie Agenzie in un momento seminariale di Sistema come questo, è un modo per scambiare conoscenza, acquisirne di nuova, da trasmettere poi ai decisori per le dovute valutazioni e azioni di pianificazione e gestione.

Questo momento seminariale è anche un’occasione per orientare e allineare i comportamenti del Sistema delle Agenzie in modo uniforme a livello nazionale, soprattutto in attività di controllo, la cui omogeneizzazione è stata una specifica richiesta del Parlamento, in sede di approvazione della Legge che ha istituito il Sistema Nazionale per la Protezione ambientale sopra richiamato, per arrivare ad un omogeneo trattamento nei confronti delle attività produttive presenti nel nostro paese e, nel caso specifico, di quelle connesse con il sistema portuale.

La giornata di oggi, momento tecnico scientifico di confronto, si pone due obiettivi:

Il primo di carattere Nazionale:

Far conoscere e mettere a sistema le azioni e le attività di ispezione, di controllo e monitoraggio (attività di conoscenza) eseguite dalle Agenzie Ambientali italiane sulle attività portuali che possono generare impatti ambientali, evidenziando quindi e mettere a fattor comune le buone pratiche ed i risultati conseguiti per rispondere al meglio alle domande di conoscenza e scientificità, poste alle stesse Agenzie, sulle condizioni ambientali delle aree portuali.

Inoltre rimarcare, come sistema delle agenzie ambientali, le nostre capacità tecniche per concorrere attivamente al perseguimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, dando un supporto, nel caso specifico, per una gestione integrata delle attività portuali. Quanto detto è anche definito nella Legge che ha istituito il Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale costituito tra le Agenzie Regionali e ISPRA.

Il secondo obiettivo è di carattere locale e riguarda il caso di Ancona che vede molte delle attività portuali localizzate in prossimità del centro abitato.”

Abstract-Ancona-porti.

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