Citizen Science, nuovi scenari per il Snpa

Dopo la sollecitazione di Luca Marchesi ad aprire sulle pagine di AmbienteInforma un dibattito sulla citizen science e il Snpa, il primo intervento è quello di Carlo Terrabujo, direttore tecnico di Arpa Veneto e coordinatore del gruppo di lavoro del Sistema, nell’ambito del TIC VII, appunto sulla citizen science.

Con il via deliberato dal Consiglio Federale del 3 ottobre, il Gruppo “Citizen Science” del Snpa entra nella fase operativa, con un progetto che risponde alla volontà di cogliere le sfide e le opportunità per il Sistema poste dalla diffusione di un tale approccio che, prevedibilmente, vedrà un ulteriore sviluppo nei prossimi anni.

Le Agenzia e Ispra non sono certamente nuove a progetti e iniziative che, magari non dichiaratamente, siano riconducibili all’ambito della Citizen Science: le esperienze di Arpa Friuli Venezia Giulia e Arpa Veneto sulla rilevazione e mappatura del radon con il coinvolgimento attivo dei cittadini residenti nelle aree interessate, Arpa Umbria e il “sistema innovativo per valutare l’esposizione all’inquinamento atmosferico realizzato con la partecipazione dei cittadini”, Arpa Valle D’Aosta e il suo progetto Snowalp, sul monitoraggio dei ghiacciai, Ispra, con MITO, tecnologia open source per la Citizen Science e una App per segnalare le specie marine aliene…, solo per citarne alcuni.

Si tratta, ora, di sviluppare un approccio di Sistema, necessario in quanto il contesto è profondamente mutato, e in rapida evoluzione, complice la disponibilità di sensori e di strumentazione a basso costo, la possibilità di elaborare grandi moli di dati e una propensione dei cittadini e del pubblico a partecipare attivamente ed essere diretti protagonisti di un dibattito che riguarda i fenomeni ambientali.

Innanzitutto, il tema sottende al ruolo delle Agenzie Ambientali come attore principale del monitoraggio e della valutazione ambientale nel territorio, laddove il crowd-mapping coinvolge invece cittadini non professionisti nella raccolta e talvolta analisi ed interpretazione dei dati; vi è poi la questione dell’affidabilità dei dati e del loro contenuto informativo, che non dipende solamente dalla strumentazione utilizzata per le misure ma anche da come i risultati possano essere inseriti ed interpretati in un processo di organizzazione della conoscenza in cui potrebbe non essere prevista una supervisione editoriale e il fact-checking applicati dagli editori e media tradizionali.

Tra le grandi opportunità e potenzialità di una scienza “partecipata”, inoltre, vi è certamente quella della sua forte valenza educativa, come dimostrato da numerosi progetti europei che hanno utilizzato questo approccio e che ne hanno testimoniato l’efficacia nei processi di crescita della consapevolezza e dell’impegno in campo ambientale.

Per quanto sopra, l’approccio che il Snpa si avvia a sviluppare considera la CS in una accezione ampia, e per molti versi innovativa: un ambito di relazioni partecipative, che deve ancora essere esplorato nei suoi diversi aspetti e in tutte le sue potenzialità e implicazioni.

Un ambito di relazioni in cui il Sistema dovrà trovare una sua adeguata “collocazione”, con un atteggiamento di disponibilità e apertura alla innovazione, ivi compresa, prevedibilmente, la possibilità di mettere in discussione alcuni convincimenti in merito alla insindacabilità, particolarmente tecnico-scientifica, del proprio operato.

Si ritiene che un “approccio C.S.” possa portare il Sistema a nuove modalità di relazione con i Cittadini, con ricadute positive anche sull’efficacia dell’azione di prevenzione e tutela ambientale che costituisce l’obiettivo primario della sua azione.

Per contro, in mancanza di una approfondita riflessione sulle nuove modalità di relazione partecipativa che si stanno prefigurando, sembra inevitabile, oltre alla perdita di una vera e propria “occasione”, il verificarsi di uno scenario di crescente difficoltà del Sistema e dei suoi attori a conservare il proprio ruolo.

Il Progetto si svilupperà in filoni di indagine e sperimentazione sul campo, con una forte attenzione alle innovazioni tecnologiche e all’utilizzabilità dei dati prodotti dalle nuove strumentazioni, con azioni pilota, funzionali anche a capire, e possibilmente misurare, se, quanto e in quali condizioni, il nuovo approccio possa contribuire a migliorare l’azione del Sistema, e porrà particolare attenzione agli aspetti sociologici e alla rilevanza degli strumenti di comunicazione, con relative dinamiche sociali e di rappresentanza.

Si prenderanno in considerazione le numerose esperienze disponibili nel panorama nazionale e internazionale, sulla base di criteri di rilevanza e pertinenza rispetto ai temi di interesse del Snpa, e della possibilità di trasferire le buone pratiche ad un sistema così complesso.

Il tutto sarà accompagnato da un ampio ed aperto confronto con le istituzioni, i portatori di interesse, le reti di cittadinanza attiva, le organizzazioni ambientaliste, con l’obiettivo di definire e condividere, in prospettiva, una ben definita proposta di posizionamento, un “Position paper” per l’integrazione della CS nelle politiche del Snpa.

E’ un percorso complesso e impegnativo e, bisogna dirlo, il commitment da parte degli attori del Sistema non è affatto scontato; il rischio che prevalga una visione “leggera” del tema, quasi si trattasse di una “moda”, destinata a fare più o meno rapidamente il suo tempo, è concreto; l’auspicio è di riuscire a trasmettere la consapevolezza che, al contrario, stiamo vivendo un profondo cambiamento, con il quale è necessario confrontarsi con impegno e grande apertura.

Carlo Terrabujo
Direttore tecnico Arpa Veneto
Coordinatore Gruppo di lavoro Snpa “Citizen science”


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