La gestione del rumore ambientale, due casi in Emilia-Romagna

Dal 2014 è operativo un Protocollo operativo per la gestione del rumore ambientale dell’Autodromo di Imola sottoscritto tra Comune, Ausl, Arpae Emilia-Romagna, Con.Ami e Formula Imola. Un altro ambito di rilievo è il supporto tecnico fornito da Arpae alle amministrazioni locali nell’ambito della regolamentazione delle attività temporanee, come quelle prodotte dalle attività ricreative della riviera.

1 – La gestione del rumore ambientale, l’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola (BO)

L’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” si snoda nella zona pedecollinare della città di Imola, a ridosso del fiume Santerno. Dal punto di vista del contesto territoriale, una caratteristica significativa è data dalla stretta connessione con il tessuto urbano della città di Imola, per la presenza di abitazioni nell’area interna al circuito,  dove sono presenti anche aree agricole, un parco pubblico e un polo sportivo polifunzionale, oltre a strade pubbliche, normalmente aperte alla libera circolazione.

Autodromi, la normativa di riferimento
La normativa di riferimento per la disciplina delle emissioni sonore prodotte nello svolgimento delle attività motoristiche di autodromi, piste motoristiche di prova e per attività sportive è il Dpr 304/2001 Regolamento recante disciplina delle emissioni sonore prodotte nello svolgimento delle attività motoristiche, a norma dell’articolo 11 della legge 26 novembre 1995, n. 447.
Ai sensi della legge 447/95, gli autodromi sono classificati come sorgenti fisse di rumore e sono pertanto soggetti ai limiti determinati dai comuni con la classificazione acustica, ma non si applica il disposto normativo che definisce i valori limite differenziali di immissione.

Il Dpr 304/2001 prevede l’installazione di un sistema di monitoraggio del rumore prodotto a cura dei gestori degli autodromi, in accordo con i comuni interessati, sentito l’organo tecnico di controllo (Arpae Emilia-Romagna).
Presso l’Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola, è attivo dal 2003 una rete di monitoraggio dei livelli sonori prodotti dall’attività di pista, attualmente composta da otto postazioni di misura, riportate nell’immagine successiva.

Autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola; la rete di monitoraggio dei livelli sonori prodotti dall’attività in pista è composta da otto postazioni di misura.

Nel 2014 è stato sottoscritto tra Comune, Azienda ASL, Arpae, Con.Ami e Formula Imola S.p.A. uno specifico Protocollo operativo per la gestione del rumore ambientale dell’Autodromo di Imola.
Il Protocollo, pur nel rispetto delle specifiche competenze dei soggetti sottoscrittori, rappresenta uno strumento di raccordo fra le diverse esigenze per rendere sostenibile, sul piano ambientale, un’infrastruttura che per sua natura e collocazione ha un impatto significativo sulla città, attraverso la condivisione delle informazioni, delle criticità e della ricerca di azioni migliorative.

Gli obiettivi del Protocollo possono essere così riassunti:
– implementare la conoscenza del clima acustico delle zone circostanti la struttura sportiva
– garantire la messa a disposizione dei dati di rilevamento ambientale
– valutare la ricaduta territoriale delle emissioni sonore prodotte dall’Autodromo
– valutare i possibili interventi di mitigazione, condividere le regole per la predisposizione di un Piano di gestione acustica e autoregolamentazione dell’attività da parte del Gestore.

Il Protocollo stabilisce che il compito del Gestore sia quello di verificare il corretto funzionamento delle centraline di monitoraggio, eseguendo le necessarie manutenzioni ordinarie e straordinarie e le periodiche tarature previste dalla normativa settoriale, provvedendo, con cadenza mensile, allo scarico, elaborazione e trasmissione ad Arpae dei dati registrati dalle postazioni di misura. Arpae, in relazione all’attività svolta dall’Autodromo di Imola effettua, come da norma:
– la verifica del corretto funzionamento delle centraline fonometriche del sistema di monitoraggio dell’Autodromo mediante misure comparative con propria strumentazione
– la verifica amministrativa sulla documentazione tecnica relativa alla strumentazione utilizzata dal Gestore, con particolare riferimento alla periodica taratura presso centri accreditati
– l’esecuzione di monitoraggi presso abitazioni, edifici scolastici o aree circostanti l’autodromo, su richiesta di Comune, Comitati di cittadini e altri Organi di Controllo.

Alle attività istituzionali si aggiungono le attività integrative previste dal Protocollo operativo:
– verifica a campione dei dati elaborati dal Gestore confrontandoli con quelli acquisiti direttamente dagli strumenti di misura, trasmettendoli al Comune di Imola ai fini dell’applicazione delle eventuali sanzioni amministrative previste per le giornate in cui risultano superati i limiti
– elaborazioni e valutazioni specifiche dei dati rilevati dalla rete di monitoraggio aventi l’obiettivo di approfondire l’esposizione sonora complessiva di ricettori sensibili quali ad esempio le strutture scolastiche presenti nell’intorno dell’area occupata dall’infrastruttura motoristica
– studi specifici, anche con l’esecuzione di rilievi fonometrici, su alcuni ricettori sensibili al fine di acquisire elementi di conoscenza utili anche all’individuazione di eventuali interventi di mitigazione.

Dati, informazioni, valutazioni, criticità emergenti, vengono riportati all’interno del Tavolo tecnico, anche questo istituito nell’ambito del Protocollo, importante momento di confronto fra i diversi soggetti sottoscrittori, per cercare attraverso le diverse competenze e conoscenze, di giungere a decisioni/soluzioni che contemperano i diversi interessi coinvolti. Il tavolo tecnico si riunisce periodicamente, coinvolgendo in alcuni casi anche i rappresentanti di altre realtà interessate, come dirigenti scolastici e comitati cittadini, per confrontarsi su tematiche specifiche.
Il confronto continuo fra tutte le parti interessate e la comunicazione con la città è sicuramente l’approccio più giusto per la gestione di un’infrastruttura così fortemente radicata, sul piano urbanistico, sociale, produttivo, economico, ai fini della sostenibilità ambientale.

Adelaide Corvaglia, Raffaele Ferrillo, Tiziano Turrini
Arpae, Sezione provinciale di Bologna

2 – Attività temporanee, il supporto tecnico ai regolamenti comunali 

Come organo tecnico-specialistico della Regione, Arpae Emilia-Romagna tramite le Sezioni provinciali svolge diverse attività in materia di inquinamento acustico, come ad esempio il controllo e vigilanza del rumore negli ambienti di vita; supporto tecnico-scientifico alla Regione e, non per ultimo, supporto alle Amministrazioni locali. Questo si esplica sia tramite il monitoraggio ambientale legate alla problematica “rumore”, che in ambito autorizzativo comunale attraverso l’espressione di pareri tecnici relativamente a valutazioni di impatto acustico/clima acustico e ad autorizzazioni in deroga per attività rumorose temporanee (cantieri, manifestazioni ricreative ecc.). Per quest’ultima tipologia di c.d.  attività temporanee, la Regione ha definito i criteri (indirizzi) per il rilascio, da parte dei Comuni, delle autorizzazioni in deroga ai limiti fissati dalla classificazione acustica del territorio, per lo svolgimento di attività temporanee rumorose con la DGR 45/2002. Successivamente i Comuni provvedono all´adozione del regolamento ai sensi dell’art. 6, c. 1 della L 447/1995 s.m.i.

Arpae ha in seguito provveduto alla stesura di una Proposta di Regolamento Comunaltipo per la gestione delle attività rumorose temporanee, che introduce alcune semplificazioni rispetto alla DGR 45/2002, che le singole amministrazioni potranno adattare alla propria specificità territoriale.
In forza di questa proposta, Arpae Sezione provinciale di Rimini ha fornito (e fornisce tuttora) a diversi Comuni della provincia, supporto nella stesura e modifica dei propri regolamenti comunali in ambito della gestione delle attività temporanee (es.: cantieri, manifestazioni musicali ecc.).
Nota la vocazione turistica della riviera, che ha il suo culmine nella stagione estiva, spesso le amministrazioni comunali hanno la necessità di contemperare le esigenze delle attività turistiche-ricettive con quelle relative alla tutela del riposo e della quiete pubblica; la Sezione provinciale di Rimini in virtù della conoscenza “storica” dei territori, accumulata in anni di verifiche, controlli e monitoraggi e delle loro criticità, è riuscita a fornire contributi specifici e mirati alle esigenze e vocazioni territoriali di ogni Comune. Inoltre sono state fornite anche indicazioni circa la semplificazione di alcune procedure di richiesta (domanda) di autorizzazione in deroga contenute nei regolamenti, con l’indicazione certa di “chi fa cosa”, con particolare riferimento all’eventuale espressione di pareri da parte di Arpae nei singoli casi procedimentali.

Diversi i feedback positivi ricevuti dalle varie Amministrazioni comunali, dopo l’emanazione dei vari regolamenti e la loro reale applicazione, testimoniando il valore di una collaborazione proficua tra enti che hanno compiti distinti: di natura amministrativa di governo del territorio, e di organo tecnico di vigilanza e controllo.

A cura di Cristian Castellani, Arpae Sezione provinciale di Rimini

2 pensieri su “La gestione del rumore ambientale, due casi in Emilia-Romagna

  1. SALVE, IL TERZO CASO E’ CHI STA NEL CORRIDOIO AEREO DELL’AEROPORTO MARCONI DI BOLOGNA.
    NUOVI SCALI LOW COST A BOLOGNA, MA PURTROPPO PAGANO LE PERSONE CHE ABITANO IN BOLOGNA NORD, ME COMPRESA.
    D’ALTRA PARTE ANCHE IL QUARTIERE BOLOGNINA, PRESENTA ASPETTI DI ABBANDONO STABILIZZATO, ANCHE PER L’ACUSTICA. D’ESTATE E’ PIU’ DURA.
    SALUTI, ALESSANDRA

  2. Grazie per il commento, proprio sul tema del rumore aeroportuale a breve sarà nostra cura fare il punto e approfondire le attività che stiamo eseguendo come Arpae.
    Il tema peraltro è costantemente all’attenzione degli enti locali e di Arpae, che esegue rilevi di verifica dell’efficacia del sistema di monitoraggio aeroportuale, partecipa alla Commissione aeroportuale e al Tavolo tecnico comunale appositamente costituito.

    Commento a cura di Arpae Sezione provinciale di Bologna

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