Friuli Venezia Giulia: acqua potabile, il patto dei gestori per la sicurezza

Per la prima volta in Italia, tutti i gestori idrici di una regione, 7 in Friuli Venezia Giulia, hanno firmato un protocollo per garantire un servizio idrico più sicuro e omogeneo in tutto il territorio. Ogni azienda mapperà i rischi lungo l’intera catena di fornitura e prevederà interventi per mitigarli, anche attraverso collaborazioni fra operatori. Al tavolo anche Regione e Arpa FVG.

La firma presso l’Acquedotto del Poiana
Insieme per garantire a tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia un servizio più omogeneo e, soprattutto, un’acqua più sicura e controllata. E’ questo l’obiettivo della firma del protocollo di collaborazione firmato ieri a Cividale del Friuli (UD), presso l’Acquedotto del Poiana, da tutti i gestori idrici della regione: AcegasApsAmga, Acquedotto del Carso, CAFC, Hydrogea, Irisacqua, LTA – Livenza Tagliamento Acque e naturalmente il padrone di casa, Acquedotto del Poiana.

La collaborazione sui piani per la sicurezza idropotabile (WSP)
La collaborazione, che avviene in stretto coordinamento con Regione FVG e Arpa FVG, enti deputati al controllo del servizio idrico, si sostanzierà inizialmente nel lavoro congiunto per la definizione di piani per la sicurezza idropotabile omogenei e coordinati. Tale lavoro potrà beneficiare del know-how già sviluppato dall’Acquedotto Poiana che, per primo, nei mesi scorsi, ha già adottato e inoltrato per l’approvazione all’Istituto Superiore per la Sanità il proprio piano.
Il piano per la sicurezza idropotabile, detto più comunemente WSP (acronimo dell’inglese water safety plan), è un documento che in base alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni gestore dovrebbe adottare per garantire la sicurezza della propria fornitura di acqua potabile.

I WSP, per adeguarsi al mutamento del concetto di potabilità
I WSP non sono al momento obbligatori, ma sono considerati universalmente lo strumento più idoneo a tutela dell’erogazione del più prezioso dei beni. La legislazione europea e italiana sta infatti velocemente evolvendo verso un concetto di potabilità delle acque diverso rispetto al passato. L’analisi ex-post di una serie di parametri-spia della salubrità delle acque, sarà infatti superata da un approccio che considera gli aspetti di sicurezza lungo tutta la catena di fornitura dell’acqua: dalla sorgente al rubinetto.

La mappatura dei rischi lungo gli acquedotti
Attraverso il WSP ogni gestore dovrà innanzitutto mappare dettagliatamente tutti i possibili rischi a cui l’acqua gestita è potenzialmente soggetta lungo l’intero servizio acquedotto. Ad esempio, la carenza di disponibilità a causa di periodi prolungati di siccità, la contaminazione di sostanze inquinanti, anche nuove (ad esempio i PFAS o la DACT), l’eventualità di danneggiamenti a impianti o reti causati da guasti, eventi atmosferici o addirittura volontariamente da terzi. Una volta mappati i rischi della propria rete, ogni Azienda dovrà poi definire gli interventi o le modalità operative che potranno mitigare o eliminare ciascuno dei rischi individuati. Il piano quindi avrà anche una valenza strategica di indirizzo degli investimenti per gli anni futuri, che saranno necessariamente indirizzati verso gli interventi più utili a prevenire i rischi specifici.

La prima collaborazione di questo tipo in Italia
Con l’accordo di oggi i gestori acqua del FVG, primi in Italia, attiveranno tavoli di lavoro congiunti per redigere, all’interno di ogni azienda, WSP che rispondano a un modello e prassi comuni, capaci di assicurare il più alto standard di servizio acquedottistico a tutti i cittadini della regione.

Le forme di collaborazioni previste nell’immediato…
Grazie alla collaborazione di tutti i gestori i WSP, che dovrebbero essere completati entro il primo semestre 2019, potranno prevedere al proprio interno già delle forme di collaborazione mirate alla riduzione dei rischi. Ad esempio, la messa a fattor comune dei servizi di analisi. Per rispondere ai crescenti standard legislativi e monitorare anche nuove forme di inquinamento i laboratori necessitano infatti di rilevanti investimenti che potrebbero essere ottimizzati condividendo il servizio fra più gestori. Sempre a titolo di esempio, potrebbero essere individuate delle sinergie nei servizi di pronto intervento, per garantire a tutti i cittadini il medesimo livello di servizio a fronte di guasti o eventi naturali, con una ottimizzazione, anche in questo caso, della gestione complessiva.

…e in futuro
Una volta adottati, i piani dovranno essere costantemente manutenuti e aggiornati, dal momento che i rischi che incombono sul ciclo idrico sono per loro natura mutevoli nel tempo. Inoltre nell’ambito degli investimenti che si dovranno realizzare per mitigare i rischi e migliorare il servizio, potranno essere previste ulteriori forme di collaborazioni fra le aziende aderenti, ad esempio attraverso l’interconnessione di reti per offrire a tutti i cittadini, a prescindere dal gestore di appartenenza, forniture omogenee di acqua in caso di carenza di una o più fonti di approvvigionamento.

 

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