Valchiavenna: crollata la frana di Gallivaggio. I video del crollo e dal drone

Alle 16.30 del 29 maggio è collassata la frana di Gallivaggio, Valchiavenna. Sotto stretta sorveglianza del Centro di monitoraggio geologico di Arpa Lombardia dal 13 aprile, quando si è verificata la prima caduta di massi, il dissesto aveva raggiunto una velocità di circa 2cm/h nelle fasi precedenti il crollo.
Dal sorvolo effettuato dai tecnici Arpa nei minuti immediatamente successivi alla caduta della frana, i danni provocati alla viabilità della sottostante SS 36 – nuovamente chiusa al traffico da una settimana –  e al Santuario della Madonna di Gallivaggio non sembravano particolarmente significativi. L’attività di monitoraggio è proseguita incessantemente per verificare la stabilità dei nuovi fronti rocciosi venuti alla luce a seguito del collasso di parte della parete e Arpa sta effettuando sopralluoghi e rilievi tramite droni nella zona coinvolta.


La frana di Gallivaggio, nel Comune di San Giacomo Filippo (SO), viene monitorata dal 2011 e già fra dicembre 2017 e febbraio 2018 il CMG ne aveva già segnalato i movimenti anomali agli enti competenti.
Dopo la caduta dei primi massi del 13 aprile, nella mattinata dello scorso giovedì 24 maggio il CMG aveva comunicato il superamento della soglia di moderata criticità, attivando la propria sala operativa h24 per seguire l’evolversi dei movimenti della frana e garantire il perfetto funzionamento dei sistemi di monitoraggio. Sempre giovedì, nel tardo pomeriggio, si era poi riscontrato anche il superamento della soglia successiva di elevata criticità.
Da allora in poi la frana è stata tenuta ancor più sotto stretto controllo fino a quando, il 28 maggio, il report del Centro ha evidenziato il progredire dell’accelerazione e il manifestarsi di una situazione di estrema pericolosità. I dati raccolti a seguito dei sopralluoghi effettuati la sera precedente e nel pomeriggio del 29 maggio hanno infine fornito un ulteriore aggiornamento, comunicato da Arpa a Regione Lombardia alle 16: la frana procedeva a una velocità di circa 2cm all’ora e la situazione era ormai prossima al collasso
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