Andamento della balneabilità in Campania ad aprile

Arpac ha riavviato i controlli sulle 330 acque di balneazione campane. Alcuni sforamenti, segnalati ai Comuni, permetteranno di adottare prima dell’estate misure di gestione delle criticità.
Con l’emanazione della Delibera di giunta regionale n. 137 dello scorso 13 marzo (pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Campania n. 23 del 19 marzo 2018)  si è dato avvio, anche quest’anno, ai controlli in mare sulla qualità delle acque campane destinate all’uso balneare: controlli che vedono Arpac impegnata dal 1 aprile fino al termine della stagione balneare, fissato al 30 settembre.
Nel primo mese di controllo, appena trascorso, Arpa Campania ha effettuato un totale di 384 campionamenti a mare, esaminando tutte le 330 acque di balneazione in cui è suddiviso il litorale campano. Le analisi si sono focalizzate sulla ricerca dei parametri microbiologici (Escherichia coli ed Enterococchi fecali), che determinano la balneabilità secondo la normativa vigente.
Da una disamina dell’ultima classificazione l’andamento generale tende a un miglioramento, probabilmente dovuto a una migliore gestione della rete fognaria, tuttavia dai controlli prestagionali su un totale di 384 campionamenti sono risultati fuori dai limiti normativi 23 campioni (circa il 6%). Pertanto la stagione balneare che, in Campania ha inizio il primo maggio, parte con le prime criticità in tratti di mare in prossimità dei centri urbani e delle foci di fiumi e canali.
In alcuni casi la contaminazione interessa acque già vietate alla balneazione perché risultate di qualità “scarsa” all’ultima classificazione. Tra queste c’è “Villaggio Agricolo” a Castelvolturno, in provincia di Caserta, “Villa Comunale” a Castellammare di Stabia, “Nord foce Sarno” a Torre Annunziata, “San Giovanni a Teduccio” e “Pietrarsa” a Napoli.
Alcuni sforamenti hanno riguardato, invece, acque di “nuova classificazione”: acque, cioè, che in passato erano inquinate ma che poi, a seguito di documentato risanamento, sono state ripristinate all’uso balneare (“Est Fiume Irno” a Salerno e “Nord Foce Sele” a Eboli).
Infine – questo è probabilmente il fenomeno più rilevante –  ben 11 esiti analitici sfavorevoli sono stati registrati in tratti di mare a tutti gli effetti balneabili perché dichiarati di qualità sufficiente, buona ed eccellente in base alla classificazione 2018. È il caso, a Napoli, del Lungomare Caracciolo, e in provincia del “Collettore di Cuma” a Pozzuoli, di “Via Squalo” a Giugliano, dell’“Ex bagno Rex” e della “Spiaggia lato Villa del Boeuf” a Portici; a questi si aggiungono, in provincia di Caserta, i tratti “Rose Rosse” e “Nord Agnena” a Mondragone; infine, in provincia di Salerno, “Ponte di Ferro” a Capaccio, “Marina di Vietri – secondo tratto” a Vietri sul Mare, “Nord Foce Alento” a Casalvelino, e “Testene” ad Agropoli.
A fronte di questi esiti Arpac ha tempestivamente attivato controlli supplementari e sopralluoghi, anche da terra, alla ricerca di eventuali immissioni e immediatamente allertato le amministrazioni comunali per vietare temporaneamente alla balneazione questi tratti di mare.
In tutti questi casi, la natura dell’inquinamento è sicuramente microbiologica, ma non si conosce cosa possa aver determinato la contaminazione. In assenza di piogge a ridosso del giorno del prelievo, non si può attribuire il fenomeno all’attivazione di un “troppo pieno”: quel sistema cioè che, in caso di copiose precipitazioni, fa defluire a mare anche una parte di acque nere, per evitare danni alle condutture.
Ha destato attenzione mediatica il caso del Lungomare Caracciolo a Napoli, risultato di qualità eccellente all’ultima classificazione basata sul calcolo statistico degli ultimi quattro anni di monitoraggio. In questo tratto di mare, a seguito degli esiti analitici sfavorevoli registrati nel campione routinario del 24 aprile,  i tecnici di Arpac hanno provveduto immediatamente a indagare sul fenomeno intensificando fra l’altro i controlli sia nel punto di rete che in punti a distanza crescente a destra e a sinistra da esso. Dato che, in un primo momento, i risultati analitici hanno confermato valori fuori dai limite di legge solo nel punto cosiddetto Routinario (di rete), ma non si sono verificati sforamenti nei campionamenti effettuati per delimitare l’inquinamento, si è ipotizzato quale causa della contaminazione l’acqua di un rivolo che da una galleria arriva sulla sabbia e poi a mare.
Il 2 maggio sono stati ripetuti i campionamenti e contestualmente si è ritenuto fondamentale prelevare da terra un campione direttamente nell’acqua del rivolo. Purtroppo i recenti risultati confermano il superamento dei valori limiti sia del campione di rete, di quello alla sua destra e anche del prelievo effettuato a terra pertanto, allertate le Autorità Competenti, occorre che queste provvedano alla rimozione delle cause prima che questo tratto di mare possa essere restituito ai bagnanti.
Sono da ritenere di nuovo balneabili, invece, in base ai controlli supplementari, le acque denominate “Nord Agnena” a Mondragone, i due tratti di Portici che avevano sforato a fine aprile  (“Ex bagno Rex” e “Spiaggia lato Villa del Boeuf”)  e quello di nuova classificazione a Salerno (“Est Fiume Irno”), anch’esso protagonista di uno sforamento ad aprile. Probabilmente anche per Capaccio (“Ponte di Ferro”) rientrerà il divieto al prossimo campionamento perché si ha evidenza che il Comune sta provvedendo alla rimozione della causa dell’inquinamento, dovuto probabilmente a un’ostruzione di un canale.
Per tutti gli altri tratti di mare con esiti ancora sfavorevoli, a tutela della salute pubblica il sindaco dell’amministrazione comunale di competenza ha il compito di emettere un  provvedimento di divieto temporaneo di balneazione, che potrà revocare a seguito di controlli successivi.
Per le acque di qualità scarsa, invece, il divieto permarrà per tutta la stagione in corso e potrà essere rimosso solo a fronte di documentate misure che attestino l’eliminazione delle cause di inquinamento (decreto legislativo 116/08 e decreto ministeriale 30 marzo 2010) e contestuale primo esito analitico favorevole della stagione balneare.
Per informarsi sui divieti di balneazione in maniera quanto più possibile aggiornata, occorre consultare le ordinanze adottate dai sindaci, che di norma vengono pubblicate sui siti web dei Comuni interessati e adeguatamente segnalate lungo il litorale. Gli esiti di tutti i controlli sono consultabili in tempo reale sul Portale del Ministero della Salute (www.portaleacque.it) e sul sito web istituzionale di Arpac (www.arpacampania.it).
Lucio De Maio, Emma Lionetti, Luigi Mosca –  l.demaio@arpacampania.it
Arpa Campania

Un pensiero su “Andamento della balneabilità in Campania ad aprile

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.