Arpa Toscana ricerca nelle acque glifosate e Pfas

L’articolo tratta del lavoro svolto da Arpa Toscana per la definizione di metodi analitici per determinare la presenza nelle acque superficiali e sotterranee di inquinanti emergenti quali il glifosate e i Pfas.

Il monitoraggio dei corpi idrici costituisce un obbligo europeo cogente per tutti gli Stati membri.

Focalizzando l’attenzione sulla sola attività di rilevazione della presenza di sostanze ad attività fitosanitaria, ARPA Toscana ricerca, attraverso una metodica multiresiduale, oltre centodieci (110) sostanze attive selezionate con i criteri di priorità previsti dalle Linee Guida ISPRA 71/2011, attraverso un’elaborazione di indici basati sui prodotti utilizzati nel territorio regionale, sulle quantità commercializzate, sulle caratteristiche chimico-fisiche, sullo specifico potenziale di contaminazione delle acque e sugli esiti pregressi del monitoraggio regionale e nazionale.

Contestualmente, anche le stazioni di monitoraggio su cui condurre la ricerca dei fitofarmaci, come suggerito dalla normativa, sono selezionate attraverso una progettazione tesa ad individuare le situazioni a maggior rischio, effettuata sia con analisi delle pressioni (es. densità delle aree agricole riguardo a particolari colture), che degli impatti (risultati dei pregressi monitoraggi).

Sempre nell’ambito della ricerca di sostanze con attività biocida, a partire dal 2014, quindi ben prima della classificazione da parte di IARC come cancerogeno 2A, ARPAT ha attivato un programma di ricerca nel comparto idrico del glifosate e del suo principale metabolita basandosi sul fatto che, tale composto risultava la sostanza attiva allora più venduta per uso agricolo dopo lo zolfo.

Si rinvia ad alcuni articoli pubblicati per approfondire l’argomento:

Distaccandosi dalla categoria dei pesticidi prima esaminata, riteniamo degna di nota la recente attività nel monitoraggio della presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in quanto composti dotati di elevata persistenza, grande diffusione in tutti i comparti ambientali, e notevole rilevanza ecotossicologica.

Su tale categoria di composti, i cui limiti sono normati nella Direttiva 2013/39, nel 2016 è stata sviluppata una metodica in cromatografia liquida e rivelazione per spettrometria di massa ad alta risoluzione e dal 2017 l’attività di ricerca di tali sostanze in acque superficiali e sotterranee è divenuta routinaria con oltre settanta stazioni controllate durante l’anno appena trascorso.

anno 2017 stazioni determinazioni

n° determinazioni > LOQ
(limite di quantificazione del metodo analitico)

Acque superficiali 29 268 185
Acque sotterranee 40 444 46
Acque superficiali destinate alla potabilizzazione 4 19 6
Totale 73 731 237

Per chi vuole approfondire:

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