Post emergenza incendio Parco del Campo dei fiori a Varese

Il punto della situazione post emergenza, questo il tema dell’incontro del 12 gennaio scorso nell’Aula Magna dell’Università degli Studi dell’Insubria a Varese, dove si è parlato anche delle attività messe in campo da Arpa Lombardia.

Dopo il drammatico incendio che ha colpito buona parte del Parco regionale Campo dei Fiori tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre del 2017, gli Enti coinvolti nell’emergenza hanno deciso di organizzare, in collaborazione con il Parco del Campo dei Fiori e la stessa Università dell’Insubria, un incontro aperto al pubblico dal titolo “Fuoco doloso, territorio dolente. Quali priorità da affrontare e quali percorsi intraprendere dopo l’incendio al Parco Campo dei Fiori?”.
Circa tre ore di lavori che hanno visto, fra gli altri, gli interventi degli esperti di Arpa Lombardia sulle attività ambientali post emergenza in corso.

Prima fra tutte, l’attività di monitoraggio di carattere ambientale su acque sotterranee e suolo, elaborata e studiata dal Dipartimento Arpa di Como e Varese con i Laboratori di Milano e Parabiago, che si sono resi da subito disponibili e collaborare con gli Enti, fornendo dati utili alla pianificazione di strategie di intervento adeguate.

Gli incendi hanno interessato circa 3,5 Kmq di bosco, alterando significativamente la composizione fisica e chimica dello strato superficiale del terreno. Occorre quindi verificare se le sostanze di combustione e gli agenti chimici impiegati per lo spegnimento possano raggiungere nel breve e lungo periodo, attraverso l’infiltrazione, anche la falda carsica e le opere di captazione ad uso idropotabile presenti nei Comuni a valle. E’ stata, pertanto, avviata una campagna di campionamento delle acque sotterranee per verificare i valori dei parametri chimici e fisici presenti, in riferimento alle soglie di contaminazione previste dalla legge (D.lgs. n.31 del 2001 e D.lgs. 152/2006).

Il versante meridionale del Massiccio del Campo dei Fiori è composto da formazioni rocciose particolarmente permeabili e la superfice interessata dall’incendio costituisce l’area di alimentazione di un acquifero carsico di notevole pregio.
Nella stessa zona, l’Agenzia sta già monitorando dal 2013 due sorgenti. A queste sono state aggiunte altre 4 sorgenti, tutte connesse all’idrostruttura del Massiccio. La frequenza dei campionamenti per tutte le sorgenti sarà ogni 15 giorni per due mesi consecutivi, poi uno al mese per circa sei mesi
Il set analitico predisposto, oltre ai parametri ordinariamente ricercati da Arpa nell’ambito del monitoraggio delle sorgenti, prevede l’analisi di: Azoto totale, Fosforo totale, Arsenico, Selenio, Antimonio, Rame, Cadmio bassi livelli, Mercurio bassi livelli, IPA, TOC e conducibilità.

A pochi giorni dal drammatico evento, a metà novembre 2017, è nata anche la collaborazione tra Arpa e il Parco Regionale del Campo dei Fiori finalizzata all’utilizzo delle tecnologie di Osservazione della Terra da satellite e da drone per fornire ulteriori elementi conoscitivi utili a valutare gli impatti dell’incendio. L’utilizzo dei satelliti del programma spaziale europeo Copernicus, in particolare dei satelliti Sentinel-2, consente infatti il monitoraggio d’area vasta del fenomeno su tutte le aree colpite dal fuoco e permette inoltre di seguirne l’evoluzione nel tempo. D’altro lato, i droni utilizzati da Arpa Lombardia hanno un ruolo complementare ai satelliti perché permettono di acquisire su aree limitate immagini ad altissima risoluzione, anche in quei luoghi in cui l’accesso da terra risulta difficoltoso.
Dalla integrazione delle informazioni acquisite da satellite, da drone e dai rilievi a terra effettuati dal personale del Parco, verrà prodotta una mappatura dell’intensità degli impatti dell’incendio sulla vegetazione.
L’Agenzia lombarda utilizza da diversi anni l’Osservazione della Terra: nel 2003 ha creato un Laboratorio di telerilevamento, mettendo a punto una serie di servizi operativi che comprendono, tra l’altro: la stima della risorsa idrica immagazzinata nella neve, il monitoraggio del consumo di suolo e la mappatura delle coperture in cemento-amianto. Nel 2016, Arpa ha avviato il Progetto DRONI con lo scopo di acquisire, oltre ai droni e i relativi sensori, il know how necessario per utilizzare questa nuova tecnologia in maniera autonoma in supporto alle attività di monitoraggio e controllo dell’ambiente.

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