Toscana: 9 province su 10 devono ancora raggiungere il 65% di differenziata

Un quadro della situazione in Toscana per quanto riguarda i rifiuti urbani prodotti e la raccolta differenziata, con una particolare attenzione al tema dei rifiuti prodotti dai turisti e di come si possa potenziarne la raccolta differenziata.

Di recente Ispra ha pubblicato il report sui rifiuti urbani, che è una fotografia della quantità di rifiuti differenziati e non prodotti a livello nazionale, regionale e provinciale. Per quanto riguarda la Toscana, la situazione nel 2016 risulta la seguente:

  • la produzione di rifiuti urbani è di 2.306.696 t
  • la produzione pro capite annua risulta di 616,4 kg
  • Prato e Livorno sono tra le province con la produzione pro capite annua tra le più alte in Italia, rispettivamente 689 kg e 701 kg
  • la raccolta differenziata si attesta al 51,1%
  • il pro capite di raccolta differenziata raggiunge i 315 kg annui
  • solo la provincia di Lucca con il 65,4 % raggiunge l’obiettivo di raccolta differenziata previsto dalla normativa al 2012.

la situazione nelle singole province toscane è la seguente

Nel corso del 2017, abbiamo affrontato il tema dei rifiuti urbani con Livio Giannotti, Amministratore delegato di ALIA Spa, nuova società di servizi ambientali operante nel territorio di Firenze, Prato e Pistoia (Toscana Centro) e Roberto Paolini, Presidente di SEI Toscana, società che opera nel settore del servizio integrato dei rifiuti urbani nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto (Toscana Sud), a cui si aggiungono 6 comuni nella provincia di Livorno.

Con loro – anche alla luce di un’analisi dettagliata fino al livello dei singoli comuni sia per la Toscana Centro che per la Toscana Sud – abbiamo parlato di raccolta differenziata e di come sia possibile incrementarla e di rifiuti generati dai flussi turistici di massa, molto presenti nella nostra regione ricca di città d’arte, borghi e località marittime e termali.

Livio Giannotti ha risposto alla nostra domanda sull’aumento della produzione di rifiuti urbani nella nostra regione, affermando che “la produzione dei rifiuti urbani ha visto, invertendo la tendenza in riduzione conseguente alla crisi avuta nel 2008, una costante crescita negli ultimi 5 anni. Segnale importante di ripresa manifatturiera e conseguente crescita di prodotti immessi al consumo. L’aumento si registra in tutto il territorio servito da Alia, la nuova società di servizi ambientali della Toscana centrale”. L’Amministratore delegato ha anche sottolineato cheper la prima volta, grazie all’estensione di servizi finalizzati alla massimizzazione di quanto raccolto separatamente, la quantità assoluta di rifiuti raccolti per essere avviati a riciclo o compostaggio ha superato il quantitativo dei rifiuti indifferenziati”, aggiungendo chese da un lato siamo soddisfatti che l’indicatore di produzione rifiuti cresca perché è indice di ripresa economica e -seppur più lentamente- dei consumi, è evidente che dal nostro punto di vista il passato non tornerà poiché l’obiettivo di riciclaggio ed utilizzo sostitutivo delle materie prime seconde aumenterà ulteriormente e scaverà un gap storico tra materiali riciclati o compostati e rifiuti residui”.

Giannotti si è mostrato ottimista e si è detto certo che nel territorio della Toscana centrale “l’obiettivo UE del 65% RD (raccolta differenziata) sarà raggiunto prima di quanto atteso”.

Per quanto riguarda invece i rifiuti prodotti dai turisti, ALIA gestisce la raccolta dei rifiuti urbani nella città di Firenze, che pone all’azienda che amministra “il problema di gestione più complesso di tutto il territorio servito, sia in termini di raccolta che in termini di pulizia”. La continua crescita di visitatori e turisti e l’aumento delle attività commerciali e di servizio fanno lievitare la quantità di rifiuti prodotti, è possibile fare fronte a questa situazione, secondo Giannotti, “anzitutto diversificando i flussi dei materiali raccolti, cercando di innalzare costantemente quanto avviato a riciclo/compostaggio per ogni flusso di provenienza.”

Meno entusiasta ma sempre fiducioso si è mostrato Roberto Paolini in quanto SEI Toscana si trova a gestire un territorio dove in diversi comuni la produzione di rifiuti si mostra alta e la raccolta differenziata bassa, ci dice che “la media della raccolta differenziata nell’Ato Toscana Sud è del 39% (dato del 2015 ndr), con situazioni di grande diversità, poiché si va da centri che sono sotto al 20% ad altri (solo due ndr) che hanno superato già il 65%”. Il Presidente di SEI Toscana ci tiene a precisare che “nei periodi estivi, molti comuni dell’Ato Toscana Sud aumentano in modo considerevole i propri abitanti, arrivando in alcuni casi a registrare un numero tre volte superiore rispetto a quello dei residenti. Tale flusso turistico quindi, pur rappresentando una risorsa essenziale per il tessuto economico, ha un impatto negativo significativo per quanto concerne la produzione di rifiuti urbani”.

Per fare fronte a questa situazione e puntare ad un innalzamento % della raccolta differenziata, SEI Toscana ha attivato nuovi servizi di raccolta differenziata che hanno comportato anche grandi investimenti e al tempo stesso cerca di “rafforzare il rapporto diretto con il territorio e i cittadini che lo abitano grazie ad una continua attività di comunicazione, confronto e scambio con le nuove generazioni e con i singoli cittadini. Non solo, accanto all’informazione e alla sensibilizzazione, Sei Toscana ha recentemente intrapreso un’attività rivolta direttamente agli amministratori e tecnici dei comuni serviti”. Con riferimento infine alla questione dei rifiuti prodotti dai flussi turistici, Paolini sottolinea che “Sei Toscana si impegna a diffondere una coscienza ambientale non solo ai cittadini residenti, ma anche ai tanti turisti” che scelgono il territorio aretino, senese e grossetano per trascorrere le proprie vacanze.

L’elevata produzione di rifiuti in Toscana sembra attribuibile in modo prevalente ai flussi turistici, a questo proposito anche la Regione Toscana ha indicato alcuni criteri per misurare l’impatto dei flussi turistici, suggerendo che il calcolo dei rifiuti totali prodotti in un mese andrebbe effettuato tenendo conto del numero dei residenti ma anche dei flussi turistici registrati nello stesso mese (arrivi/presenze); molto utile sarebbe anche effettuare dei monitoraggi specifici sulla raccolta differenziata nella zone turistiche con indicatori ad hoc (ad es. monitoraggio lattine).

La Regione è anche partner del progetto europeo URBAN WASTE, che coinvolge 11 città pilota europee, tra cui Firenze (IT), Nizza (FR), Lisbona (PT), Siracusa (IT), Copenhagen (DK), Kavala (GR), Santander (ES), Nicosia (CY), Ponte Delgada (PT), Dubrovnik – Neretva (HR), Tenerife (ES) sul tema turismo e rifiuti.

Il progetto si pone tra i principali obiettivi quello di individuare misure specifiche in grado di incidere soprattutto sui comportamenti dei turisti, senza mai perdere di vista l’obiettivo generale che rimane quello di riciclare il più possibile la materia, superando il modello di economia basato sul compra, usa e getta.

Le principali misure per ridurre i rifiuti prodotti dai turisti sono:

  • doggy bag,
  • prevenzione dello spreco di cibo ai buffet e ai ristoranti,
  • compostaggio nei siti turistici,
  • punti di raccolta per olii vegetali esausti,
  • raccolta differenziata di rifiuti organici in hotel e ristoranti,
  • promozione di accordi tra hotel e associazioni di beneficienza per iniziative di riuso
  • sostituzione di prodotto usa e getta negli alberghi,
  • iniziative di riuso nei campeggi,
  • campagna di comunicazione sul riuso attraverso mercati di scambio,
  • differenziazione dei rifiuti nelle camere degli hotel,
  • consulenti per il riciclaggio per siti turistici,
  • contenitori per la raccolta differenziata nei luoghi turistici,
  • promozione dell’uso di acqua di rete,
  • istruzioni sulla raccolta differenziata in diverse lingue,
  • distribuzione di piccole scatole e portacenere,
  • linee guida per eco-eventi,
  • dispositivi di monitoraggio per alimenti,
  • WasteApp.

Lo spreco alimentare è tra i temi che riscuote più attenzione, in questo ambito le misure più rilevanti e fattibili, quindi realizzabili in tempi brevi a Firenze potrebbero essere:

  • doggy bag,
  • uso dell’acqua di rete,
  • set di misure volte alla riduzione dello spreco alimentare, es menù a porzioni ridotte,
  • donazione di alimenti al settore no profit, da estendere anche a beni non alimentari (es coperte, lenzuoli ecc),
  • riduzione di imballaggi usa e getta nel settore alberghiero e raccolta differenziata nelle camere d’albergo.

2 pensieri su “Toscana: 9 province su 10 devono ancora raggiungere il 65% di differenziata

  1. Ritengo che non si possa attribuire la maggiore responsabilità per la produzione dei rifiuti ai turisti, ma piuttosto la fatto che in molte zone non esistono contenitori per la raccolta dei pannolini dei bambini, per i RAEE, per gli oli esausti, ecc. e che non è chiaro dove si possono gettare oggetti metallici… con la plastica? In Casentino, per esempio, è possibile riciclare solo vetro, plastica, carta, pile e medicinali. Senza contare poi che alcuni cassonetti sono in condizioni davvero scadenti.

  2. Segnalo che a Marina di Pisa al Campeggio Internazionale non viene effettuata la differenziata. O meglio: dentro al campeggio sono presenti i vari cassonetti per fare la differenziata (vetro, carta, plastica, umido e indifferenziata), ma il camion che viene a raccogliere i rifiuti è UNO SOLO e MESCOLA TUTTO INSIEME, scoraggiando di fatto anche chi ha effettuato correttamente la differenziata.

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