Progetti europei: alla ricerca di nuovi strumenti per nuove policy

L’accesso a finanziamenti legati a progetti europei rappresenta per gli operatori del Snpa la possibilità di sviluppare proprie ipotesi, mettere in pratica idee, realizzare ricerche o strumenti utili per il proprio lavoro, per la mission della propria istituzione e per il conseguimento del sistema al quale appartengono.

Occorre, però, essere consapevoli della prospettiva utilizzata dalla Commissione Europea nel predisporre i bandi e assegnare finanziamenti. Le decisioni di policy europee in campo ambientale sono dettate dalle esigenze del complesso, articolato e non sempre omogeneamente orientato sistema europeo, alla ricerca di un delicato equilibrio tra necessità di tutelare la salute, di ottimizzare l’impiego delle risorse ambientali, di sostenibilità di lungo periodo, ma anche di compatibilità con le esigenze di sviluppo economico e di tutela delle condizioni di parità nella concorrenza tra gli operatori economici dei diversi paesi UE.

Allo stesso modo, la necessità di conoscere sempre meglio e con strumenti sempre più moderni lo stato dell’ambiente rappresenta non solo una sfida, ma anche un’imposizione degli organi di governo europei rispetto agli stati membri: nessuna politica, nazionale o europea, può giungere a segno senza una adeguata conoscenza del contesto in cui si sviluppa e senza chiare indicazioni dei suoi esiti.

L’assegnazione di finanziamenti da parte della Commissione Europea, di conseguenza, traguarda i progetti proposti nei bandi alla luce delle priorità strategiche individuate e di una serie di elementi che, direttamente o indirettamente, concorrono a rafforzare alcuni valori fondanti dell’Unione europea e a valorizzarne le proprie risorse, oltre che a migliorare lo stato dell’ambiente e la salute dei cittadini. Quindi, oltre che l’efficacia del progetto proposto per l’implementazione delle policy dell’Unione, sono da considerare elementi di priorità e driver essenziali la possibilità di generalizzare i propri risultati all’intera Europa, la partecipazione di un mix di partner pubblici e privati di più Paesi, la valorizzazione delle risorse tecnologiche peculiarmente europee, come ad esempio nel caso del programma Copernicus.

Anche ARPA Lombardia, in partnership con altri soggetti del Sistema Agenziale, opera attivamente nella realizzazione di progetti ambientali finanziati dall’Unione Europea.

Al proposito, è risultata di particolare interesse la partecipazione dell’Agenzia al progetto life “AIRUSE – Testing and Development of air quality mitigation measures in Southern Europe” (LIFE11 ENV/ES/000584) durante il quale, sotto la guida del Consiglio Nazionale di Ricerca Scientifica spagnola (IDEAE CSIC) e in collaborazione con le Università di Aveiro, di Birmingham e di Firenze e l’Istituto greco Demokritos, è stata studiata la composizione e l’origine del particolato in diverse città europee, con importanti indicazioni sulle possibili strategie di risanamento.

Altro esempio è rappresentato dal progetto Life integrato PREPAIR – Po Regions Engaged to Policies of Air che vede la collaborazione delle agenzie ambientali di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia, nella valutazione dei risultati delle azioni di risanamento della qualità dell’aria intraprese a livello regionale e statale.

La Commissione Europea riconosce inoltre l’opportunità di sostenere economicamente, come veri e propri progetti di ricerca, anche attività mirate a sviluppare e condividere buone pratiche nel campo della regolazione ambientale, con progetti relativi al miglioramento della implementazione della normativa ambientale europea, sviluppati da Autorità Competenti.
Ne è un esempio il caso del finanziamento, del perimetro Life, attribuito al Network IMPEL, al quale appartengono, insieme a 46 altri soggetti di 35 paesi europei, il Ministero dell’Ambiente, ISPRA, ARPA Lombardia e AssoArpa.
In particolare, l’esperienza sviluppata attraverso progetti IMPEL per la definizione di indicatori e per il loro uso è stata fondamentale per lo sviluppo del modello concettuale e degli algoritmi di base per il calcolo dei LEPTA, asse portante del Sistema Agenziale secondo le previsioni della L. 132/2016.

L’attività di ricerca, in questa prospettiva, non impatta il sistema ambientale esclusivamente da punto di vista tecnico, ma consolida la capacità di utilizzare al meglio le risorse a disposizione e di rendere più accessibile l’obiettivo di una omogenea protezione dell’ambiente a livello nazionale ed europeo.

a cura di Giuseppe Sgorbati – direttore tecnico scientifico Arpa Lombardia

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